Si noti bene che ogni qualvolta ci si accinge ad effettuare delle misure
si devono fare i conti con diversi tipi di perturbazioni provenienti o
dall'ambiente nel quale si realizza l'esperimento o dagli strumenti che
usiamo per i nostri rilevamenti. Questi fattori influenzano l'esperimento
che stiamo esaminando in modo ineluttabile, nonostante ciò le
differenze introdotte rispetto al normale svolgimento degli eventi non
sono sempre rilevabili dagli strumenti che stiamo utilizzando.
Questo accade o per la bassa sensibilità dello strumento o della
piccola entità della perturbazione introdotta. Capito questo appare
ovvio che le uniche variazioni al sistema che destano effettiva
preoccupazione allo sperimentatore sono quelle in grado di essere
rilevate dagli strumenti da lui usati ...
Le altre, per lo sperimentatore, "non esistono" in quanto egli non è in grado di accertarne l'esistenza, e come tali vengono ignorate !
Per concludere possiamo dire che, per quanto riguarda gli errori nel loro complesso (siano essi sistematici, casuali o si tratti di disturbi), l'obbiettivo principale dello scienziato (...o dello studente...) consiste nell'accertarsi che questi siano minori della precisione richiesta.