I fluidi sono stati definiti come quei mezzi che in equilibrio possono
sopportare sforzi normali alle rispettive superfici. Una conseguenza
immediata di questo è che in equilibrio la pressione su tutti
gli elementi di superficie che passano per uno stesso punto è la
stessa qualunque sia la loro orientazione.
Consideriamo (all'interno di una massa fluida in quiete) una terna di assi
cartesiani con origine in O: un piano generico ABC molto
prossimo ad O isola una porzione di fluido di volume infinitesimo
a forma di tetraedro. Il tetraedro è soggetto al peso e alle forze di
pressione agenti sulle quattro facce.
Indichiamo con px ,py , pz le pressioni sulle tre facce normali rispettivamente agli assi x, y, z e di area dSx , dSy ,dSz; con p la pressione sulla faccia ABC di area dS. Sappiamo che le pressioni sono normali alle rispettive facce. La componente di p secondo x è se è l'angolo tra x e la normale ad ABC diretta verso l'esterno del tetraedro. Le componeti della forza di massa applicata al tetraedro rispetto agli assi saranno , , . Per l'equilibrio si dovrà avere:
Se il tetraedro è infinitesimo e si assume la lunghezza dei lati come infinitesimo del primo ordine, ne segue che l'area delle facce è infinitesima del secondo ordine ed il volume del terzo ordine. In queste condizioni è lecito trascurare quello del terzo ordine come infinitesimo di ordine superiore: le forze di volume tendono a zero, quando le domensioni tendono a zero, poiché tende a zero il rapporto tra volume e superficie. Ne segue che:
e poiché:
si ha: