Il convertitore ha bisogno di un certo intervallo di tempo per
espletare l'operazione di conversione: tale intervallo è appunto
detto tempo di conversione.
Il problema risiede nel fatto che il convertitore ha bisogno che
per tutta la durata della conversione la tensione in ingresso si
mantenga costante: infatti se questo non si verifica il processo
di conversione porta a degli errori.
Se supponiamo che il tempo di conversione del nostro strumento
sia di 10 s, la
misurazione della variazione della temperatura della nostra
stanza non comporterà alcun problema in quanto in
quell'intervallo di tempo la temperaturà non subirà di certo
una variazione significativa, mentre possono sorgere dei problemi
se vogliamo misurare una grandezza che vari molto più
rapidamente.
In questi casi si ricorre ad uno stratagemma che consiste
nell'inserire, prima del convertitore, un dispositivo detto di sample and hold (S/H) grazie al quale
si riesce a mantenere costante il valore della tensione per la
durata della conversione ed evitare che il convertitore dia dei
risultati errati.
In questo modo, la successione di componenti all'interno di uno strumento digitale diventa la seguente:
Osserviamo che il convertitore analogico-digitale non
è uno strumento universale in grado di convertire in forma
digitale qualsiasi tensione: ci sono alcuni convertitori che
trasformano tensioni tra 0V e 5V, mentre altri lavorano con
tensioni comprese tra 0V e 2.5V.
D'altra parte è possibile che, considerato un trasduttore,
questo dia in uscita una tensione diversa da zero (ad esempio 1V)
quando la grandezza in esame assume il suo valore minimo e che
quando la grandezza assume il suo valore massimo dia in uscita
una tensione differente dal valore massimo di tensione accettata
dal convertitore (ad esempio 4V).
Si potrebbe allora pensare che, se si ha un convertitore che
lavora nell'intervallo 0-5V, non vi siano problemi in quanto le
tensioni in uscita dal trasduttore cadono entrambe all'interno
dell'intervallo di lavoro del convertitore: questo è vero, però
si sfrutterebbe solo una parte della dinamica del convertitore.
Può allora essere necessario introdurre un circuito di
condizionamento del segnale che abbia la caratteristica di
far sì che la tensione corrispondente al valore minimo della
grandezza venga trasformata nella tensione minima del
convertitore e allo stesso modo, in corrispondenza al valore
massimo assumibile dalla grandezza, si abbia la tensione massima
di ingresso al convertitore.
In altre parole questo circuito deve fare in modo che
l'intervallo di variazione delle tensioni del trasduttore
coincida con quello del convertitore al fine di sfruttare appieno
la dinamica del convertitore stesso.