L'ideale deterministico, tipico della cultura dell'era newtoniana, fu generalizzato in modo formale da Laplace nell'introduzione della sua opera "Essai philosophique sur les probabilites".
Secondo il determinismo, ogni fenomeno della natura doveva
essere considerato nell'ambito di una logica rigorosa, connessa
al presupposto che ogni evento fosse ricollegabile ad una causa
che lo provocava.
Indotti da questo formalismo, molti scienziati erano convinti che
una volta conosciuto lo stato iniziale di un sistema e le forze
agenti su di esso fosse possibile determinare, istante per
istante, l'evolversi del sistema applicando le leggi della
meccanica di Newton.
La "fiducia" nelle potenzialità della scienza e della ricerca derivavano in larga misura dal ritenere concettualmente possibile conoscere la posizione e la velocità istantanea di tutte le componenti dell'universo. Si pensava cioè che fosse possibile, almeno in via di principio, affinare le tecniche e i metodi di misura in modo da far scomparire definitivamente le indeterminazioni sui valori misurati.
Impossibilità
di ottenere misure fisiche prive di incertezze