Quando si hanno a disposizione diverse misure della stessa
grandezza, può accadere che una o più misure siano in
disaccordo con le restanti: quando ciò si verifica entra in
gioco in modo preponderante la figura dello sperimentatore. E`
lui infatti che dovrà decidere il dato è compatibile o meno con
gli altri e di conseguenza se conservarlo o rigettarlo.
Il fatto che in ultima analisi sia lo sperimentatore a decidere
delle sorti del dato fa sì che il "criterio" per il
rigetto o meno dei dati sia, alla fine, soggettivo e quindi
diventi quasi impossibile delinearne un quadro preciso.
In verità esistono dei criteri già formalizzati e accettati
dalla maggior parte degli scienziiati: l'influenza dello
sperimentatore, al momento dell'utilizzo di questi metodi risiede
nello stabilire quale sia la "soglia di accettabilità"
del dato.
Anche se attraverso metodi e procedimenti differenti, in
linea di principio, i criteri per il rigetto forniscono a chi li
usa una stima di quanto un dato si discosta dagli altri: è qui
che interviene lo sperimentatore definendo la soglia oltre la
quale un dato deve essere rigettato o meno. Tale soglia dipende
da diversi fattori tra cui la metodologia e le tecniche di misura
adottate.
La determinazione del valore oltre il quale scartare può
rappresentare un'arma a doppio taglio per due motivi
fondamentali.
Come prima cosa uno scienziato può essere tacciato di voler
pilotare i dati del suo esperimento, scartando quelli che non
sono in accordo con le sue previsioni teoriche e in secondo luogo
esiste il rischio di scartare eventi considerandoli frutto di
qualche errore, quando questi potrebbero essere il segnale di
qualche importante fenomeno che lo scienziato aveva trascurato o
del quale non era a conoscenza.
A questo proposito va sottolineato che molte importanti scoperte
sono state frutto di misure all'apparenza anomale che prima di
essere scartate sono state analizzate in modo più approfondito
rivelando che quello che sembrava un evento scarsamente
significativo rappresentava invece un segnale di una realtà
diversa da come la si era formalizzata.