L'aria forma attorno alla Terra uno strato gassoso chiamato
atmosfera, spesso qualche centinaio di chilometri. Essendo attirata
verso il basso dal proprio peso, l'aria esercita sulla superficie
terrestre una certa pressione: con l'aumentare della quota rispetto il
livello del mare la pressione atmosferica decresce in quanto diminuisce lo
spessore di atmosfera sovrastante. Come per una colonna d'acqua, infatti,
anche la pressione di una colonna d'aria diminuisce con l'altezza se ci si
muove verso l'alto partendo dalla superficie terrestre.
Essendo l'acqua pressoché incompressibile, la sua densità
rimane costante e si può affermare che la pressione sia proporzionale
alla quota secondo una legge lineare di variazione
(legge di Stevino).
Nell'aria, se ci si innalza dalla superficie terrestre, si va a sopportare una pressione corrispondente ad una colonna d'aria sempre meno alta, ma
essendo l'aria compressibile, più la pressione diminuisce più il
suo volume aumenta, cioè ne diminuisce la
densità e non è quindi possibile applicare, per grandi
differenze di quota, la legge di Stevino: la diminuzione di pressione
dell'aria non è una funzione lineare della distanza.
Quello che accade è che la pressione dell'aria diminuisce di una
frazione costante per un dato aumento di altitudine: a circa 5,5 Km dal
livello del mare la pressione atmosferica ha un valore che è circa
la metà di quello assunto a livello del mare; salendo di altri 5,5 Km
(quindi fino ad una altitudine di 11 Km) la pressione si dimezza ancora,
diventando 1/4 del valore al livello del mare, e così via.
Tale tipo di diminuzione è detto esponenziale e l'andamento è
del tipo: