Poichè la grandezza che abbiamo chiamato rappresenta essa stessa una stima di
un errore, non deve essere ovviamente stabilita con una
precisione troppo elevata.
La regola generale, salvo in un'unica
eccezione, che sovente si segue per valutare gli errori è la
seguente:
Ad esempio, sarebbe assurdo dare come risultato della misura dell'accelerazione di gravità il seguente:
g = 9.82 0.02385 m/s2
Infatti la parte più significativa dell'errore (0.02385)
cade sulla seconda cifra dopo la virgola ed in particolare
rappresenta un errore di due parti su cento (0.02): non ha quindi
senso specificare ulteriormente le altre cifre che mi danno
errori di una parte su mille, diecimila e centomila in quanto
l'errore di due parti su cento ingloba tutti gli altri.
Intestardirsi a raggiungere precisioni dell'ordine di 10-6
quando la prima e più significativa cifra dell'errore è
dell'ordine di 10-2 sarebbe come voler rifinire con
una limetta da unghie la struttura in acciaio di un traliccio
dell'alta tensione.
Primo approccio all'analisi delle incertezze