Le incertezze sperimentali che non possono essere individuate attraverso la ripetizione delle misure sono dette sistematiche.
In particolare si è definito errore sistematico
la differenza tra il valore reale della grandezza in esame e il
valore assunto dalla misura effettuata su di essa: ovviamente il
valore reale della grandezza in genere non lo si conosce,
altrimenti non avrebbe neppure senso effettuare la misura.
La principale peculiarità di questo tipo di errori è la loro
difficile individuazione e valutazione in quanto, abbiamo detto,
non sono riconoscibili attraverso la ripetizione delle misure: è
compito quindi di chi esegue le misure accertare la presenza di
tali errori in base ad una "sensibilità sperimentale"
che si acquisisce soprattutto con la pratica.
Già da questi brevi cenni appare chiaro che il trattamento degli errori sistematici è tanto importante quanto delicato. La loro natura subdola, che "forza" la misura sempre nello stesso verso, ne rende difficile l'individuazione, nonostante ciò si conoscono le fonti principali di tali errori e qui di seguito ci limiteremo ad elencare le più importanti.
I metodi per individuare tali errori sono fondamentalmente
due, dettati direttamente dalla natura dell'errore sistematico: o
si ricorre ad una previsione teorica del fenomeno e la si
confronta con le misure ottenute, oppure si eseguono ulteriori
misure utilizzando apparati diversi che evidenzino la presenza
(ma non sempre la natura) di tali errori.
Mentre attraverso il confronto con una previsione teorica può
rimanere il dubbio che quest'ultima sia errata, ripetendo le
misure con strumenti diversi, l'individuazione di possibili
errori sistematici attraverso le discrepanze tra i valori
ottenuti risulta molto più agevole.
Errori casuali