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L'intensità di corrente I è definibile come la quantità di carica elettrica che attraversa una sezione di un conduttore nell'unità di tempo.
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L'intensità di corrente è una grandezza scalare, l'unità di misura è l'ampere (A) e si misura con l'amperometro, uno strumento che,
nella versione classica, sfrutta l'effetto magnetico delle correnti.
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Nel 1820 Ampère osservò sperimentalmente che due circuiti percorsi da corrente elettrica esercitano tra loro:
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- forze attrattive quando le due correnti hanno lo stesso verso;
- forze repulsive quando le correnti hanno verso opposto.
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Nel caso di due fili conduttori paralleli, percorsi
dalle correnti I1
e
I2, l'intensità della forza per unità di lunghezza di conduttore è:
- proporzionale al prodotto delle intensità delle correnti;
- inversamente proporzionale alla distanza tra i fili.
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Nel Sistema Internazionale (SI) delle unità di misura si ha
in generale:
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con:
- F = modulo del vettore forza in N ;
-
= lunghezza
dei conduttori in m;
- I1, I2 = intensità di
corrente nel primo e nel secondo filo in A
- d = distanza tra i due fili in m.
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Fissate la distanza r tra i due conduttori e la lunghezza
del conduttore,
se le due correnti sono uguali (I1 = I2 = I)
l'unico modo di modificare F è variare la sola grandezza elettrica I. Questa è la legge usata per definire quantitativamente l'intensità di corrente I:
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un ampere è l'intensità di una corrente elettrica, che, scorrendo in due conduttori rettilinei paralleli posti
nel vuoto ad una distanza di 1 m, provoca una forza di 2 ·10-7 N per metro di conduttore.
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Carica Elettrica
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La definizione quantitativa di unità di carica elettrica segue immediatamente da quella di
ampere:
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con carica elettrica si intende il prodotto dell'intensità di corrente I per l'intervallo di tempo ∆t di osservazione. Essa si chiama anche quantità di elettricità o quantità di carica. L'unità di carica elettrica, Q, nel SI è il
coulomb (C):
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1 C = 1 A · 1 s
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